Il Carso è uno spazio selvatico, dove negli ultimi 70 anni l’avanzare della boscaglia (e del cemento) ha digerito circa l’80% della superficie agricola, ma dove flora e fauna sono ricche e protette dall’Europa con Natura 2000, dove l’incontro sul ciglione carsico tra uomo e biodiversità è patrimonio MAB Unesco. La peculiare geologia disegna e condiziona: punteggia di pietra bianca e cela una fittissima groviera di grotte e inghiottitoi. I corsi d’acqua sono nascosti nel sottosuolo.
Il calcare, poi, trascende il fenomeno scientifico e si fa spettacolo, quando alte pallide falesie sprofondano dal Carso nel mare, accarezzate o sferzate dalla bora, all’incontro tra Adriatico, Pianura Padana e Balcani. Diventa materia plasmata con fatica dagli umani nel corso dei secoli. È così nei muretti a secco, creati da infinite pietraie per ricavare fazzoletti di terra, proteggere dalla bora e dividere le proprietà. È così per l’architettura tradizionale dei paesi, mura di pietra e una briciola di legno, tetti in scandole, portali d’ingresso e augurio e pozzi più o meno eleganti a seconda dello stato economico utili a raccogliere l’acqua piovana.
I Comuni del Carso in Italia aderenti al progetto di futuro geoparco del Carso sono:
- Comuni di Doberdò del Lago / Doberdob
- Duino Aurisina / Devin Nabrežina
- Fogliano Redipuglia
- Monfalcone
- Monrupino / Repentabor
- Ronchi dei Legionari
- Sagrado
- San Dorligo della Valle / Dolina
- San Pier d’Isonzo
- Savogna d’Isonzo / Sovodnje ob Soči
- Sgonico / Zgonik
- Trieste