Le cinque vette del Carso che meritano

Il Carso classico (Matični Kras) è un’area collinare in cui puoi respirare una dimensione selvatica, vuoi per il suo parziale abbandono degli ultimi decenni, vuoi per il fascino delle pietraie che lo ricoprono, vuoi per il romantico incontro tra vento, profumi aromatici della landa e mare. Proponiamo cinque vette da fare a piedi, per amanti di camminate, hiking, trekking, nordic walking, … alla portata di tutti quelli che hanno un paio di scarponi da usare.

Esplora la mappa Gis delle vette del futuro Geoparco del Carso

Monte Lanaro

È una collina che arriva a 544 metri sul livello del mare, da cui spazia la vista sul Carso transfrontaliero, sul mare e, in una giornata limpida, le alpi. Consigliamo un sentiero circolare di circa 10 km che parte da Sagrado, porta alla vetta del Monte Lanaro, scende a Repen, passa dallo stagno Močilo, porta alla cava di Petreviza e torna a Sagrado.

Il nome Lanaro e la sua traduzione in sloveno (Volnik) rimandano alla parola “lana” (vol): una volta la collina era luogo di un intenso pascolo, ora quasi del tutto abbandonato.

Monte Carso

Consigliamo l’ascesa alla vetta della collina (455 m, al confine tra Carso e Istria, in sloveno chiamata ‘Kras’) da Bagnoli: in cima godrete di una spettacolare vista della valle, una sorta di canyon nella grande pietraia bianca che è il Carso. 

Quella verso la vetta è una delle escursioni più impegnative e affascinanti nel comprensorio della Val Rosandra. La vegetazione è ricca e varia per la presenza di ambienti molto diversi. Qui ritroviamo, infatti, aree con abbondanza di acqua corrente (torrente Rosandra) e acqua temporanea, ghiaioni detritici, ex cave abbandonate, zone pianeggianti, vallecole interne dal diverso microclima ed esposizione alla bora, dove si possono osservare alcune tra le più vecchie querce del Carso e i rimboschimenti a pino nero e pino d’Aleppo. La zona ospita una grande quantità di specie animali, tra cui sporadicamente orso e lupo.

Monte Hermada

È una salita semplice, fino a 323 metri, che permette nei dintorni di apprezzare una delle doline più grandi del territorio: la dolina del Principe. Qua vicino giaceva la strada romana via Gemina che, passando per San Giovanni di Duino e Medeazza, collegava Aquileia e Lubiana. 

La vetta del Hermada (Grmada in sloveno) è un posto di osservazione ideale verso la pianura friulana, l’Alto Adriatico e il Carso, anche se il rimboschimento dovuto ad abbandono sta minando una parte della vista. Durante le battaglie dell’Isonzo della prima guerra mondiale fu baluardo inespugnabile dell’esercito austro-ungarico a difesa di Trieste. I resti delle trincee e dei camminamenti militari sono ancora oggi visibili lungo i suoi fianchi.

Per farlo a piedi, consigliamo il sentiero da Ceroglie.

Monte San Michele

È un rilievo del Carso goriziano che arriva a 275 metri: una specie di balcone da cui si ammira l’inizio della pianura padana, Gorizia, la valle dell’Isonzo tra Italia e Slovenia, scorci di Adriatico e il resto del Carso che in sostanza dà il “là” all’inizio dei Balcani.

La sua fama è legata al fatto che esso fu teatro di numerose battaglie durante la Prima guerra mondiale. Ancora oggi la zona tra Fogliano Redipuglia e Sagrado è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie nonché di molti piccoli monumenti spontanei sorti dopo il conflitto. Nei pressi della vetta del Monte è visitabile un moderno museo interattivo dedicato ai tragici eventi della guerra.

Sul monte, Ungaretti scrisse alcune delle rime più belle della poesia italiana, tra cui “I fiumi”.

Monte Cocusso (Slovenia)

Il monte Cocusso (Kokoš in sloveno, cioè ‘gallina’) è un rilievo montuoso al confine tra Italia e Slovenia. È il monte più alto del Carso triestino, con 672 metri di altitudine.

Consigliamo l’ascesa da Basovizza in Italia, luogo di osterie, rinomati panifici (con i loro dolci prelibati) e agriturismi: in cima, dopo circa 100 minuti a piedi, normalmente è aperto un rifugio noto per la sua cucina casalinga, sito nel lato del confine in Slovenia.

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